Dal Ghetto degli ebrei, luogo di segregazione sociale, parte la proposta di chi quella segregazione la vuole combattere a partire dai più piccoli.
Sono i “Piccoli Principi”, i ragazzi sottoposti a misure restrittive, il centro delle azioni socio-imprenditoriali dei progetti AD ALTIORA, a Sassari per indicare altri minori affidati allo stesso servizio e accompagnati in un percorso di recupero si è scelto la parola “Acquafresca”.
I progetti, finanziati dalla Regione Sardegna, puntano ad impiegare almeno 25 dei, purtroppo, 1000 minori coinvolti in area penale nella nostra regione, in un percorso di recuper ed inclusioni attraverso l’inserimento lavorativo nelle Cooperative Sociali che hanno aderito ai progetti.
L’idea è nata da un partenariato di progetto composta da Solidarietà Consorzio, Confcooperative Cagliari, il centro di Conselling Panta Rei Sardegna, un gruppo di cooperative sociali delle Province di Cagliari e di Sassari, in collaborazione con l’Ufficio Regionale per la Giustizia Minorile e l’Ufficio Servizi Sociali per i Minori.
I Progetti che entrano in questi giorni a regime sono stati illustrati in due seminari: il primo a Cagliari, al Ghetto degli Ebrei, lunedì 21 Febbraio e il secondo a Sassari, presso gli uffici dei Servizi Sociali per i Minori (USSM), martedì 22 Febbraio.
Dal tavolo dei relatori, non è venuta solo la presentazione del progetto, curata dal Presidente della Cooperative ALBESSEDE Ivan Frongia, e, a Sassari da Gavino Sotgia, Presidente del Consorzio La Sorgente, ma dei veri e propri spunti di riflessione e condivisione di esperienze di altre regioni italiane. Dopo i saluti di rito, il Direttore del Centro Giustizia Minorile, dott. Sandro Marilotti, ha illustrato come, attualmente ci si una crisi del welfare e di come sia necessario trovare nuovi strumenti, anche attraverso l’impegno dell’imprenditoria sociale.
Tesi confermata anche dalla dott.ssa Isabella Mastropasqua, Dirigente Ufficio Studi, Ricerche ed Attività – Dipartimento Giustizia Minorile, la quale, dopo un excursus sulle “nuove utenze” carcerarie, ha esposto esaurientemente come ci sia necessità di nuovi educatori, nuove figure che riescano a fronteggiare le difficoltà create dal decentramento della responsabilità sulle politiche sociali alle regioni, causando una frammentazione del sistema educativo, sottolineando la necessità di creare una coerenza nell’azione educativa, dandole un inizio e una fine determinati.
L’importanza della riscoperta del senso della routine, per i ragazzi che hanno vissuto una vita disordinata, deve impegnare i tutor e gli educatori a riproporre un’immagine positiva dei ragazzi stessi, attraverso una progettualità concreta e comprensibile è stato il centro focale dell’intervento di Giovanna Allegri, del CGM Cagliari e di Federica Palomba, di CGM Sardegna.
Importanti anche le condivisioni di Pietro Sansò (CGM Puglia) e Silvana Mordeglia (CGM Liguria), esponendo tutti i progetti che si è riuscito a realizzare nelle due regioni di provenienza.
Ancora una volta un segnale forte per passare dalle parole ai fatti.